Arrivando per mare sarete accolti da decine di pali eolici, che sfruttano il forte vento che soffia costantemente sull’isola, e che fornisce parte dell’alimentazione necessaria (nonostante questo la Corsica è in basso nelle classifiche di produzione da rinnovabili, in Francia).
La Corsica è una terra da vivere, il mio consiglio è quello di andarci con la voglia di viaggiare, di esplorare e percorre kilometri nel silenzio totale tratteggiato da alberi mastodontici e secolari che costellano una terra cruda, selvaggia, con gli alberi che scendono e si tuffano a mare, dove possono, e piena di scoscese scogliere tagliate dal vento e dalle onde, che fanno da contraltare a luoghi mistici, come Porto Pollo, dove alle 6 di mattina si entra in un acqua immobile e piena di vita subacquea.
Sulle montagne si deve prestare particolare attenzione ai maiali, che vivono allo stato brado saltando (e spesso attraversando) la strada in gruppi che vanno da due a duecento, a seconda della zona. Sono molto golosi, abituati al turista italiano, e il furto di panino o l’inseguimento al cestino del brunch è uno dei loro sport nazionali. Attenzione sempre agli animali selvaggi, ho provato emozioni forti in curva trovandomi davanti un quadrupede di 200/250 kg che ha avuto l’accortezza di saltare il guard rail poco prima dell’impatto, la fotografia della scena vive ancora stampata nei miei ricordi.
Mezzi di trasporto: Il mezzo più adatto, e più emozionante, è di sicuro la moto da cross o enduro (la bici per i veri ecologisti, ma le tratte che ho percorso romperebbero, temo, le gambe anche a Pantani, 1000 km sono tanti), se avete una piccola jeep anche, auto e moto da strada vi perderete la prima tappa di questo splendido viaggio, strada che ho percorso sotto la pioggia, 17 kilometri di buche con acqua e fango, memorabile.
Dormire
Dove dormire: i veri esploratori si armano di tenda e sacco a pelo , ma è possibile trovare piccole pensioni e camere in affitto un po’ ovunque.
Mangiare
Il consiglio migliore è affidarsi a ristoranti ed osterie recensiti da Routard, se ne trovano tantissimi e la garanzia di una cucina ottima è sempre certa. Localmente viene prodotto un buonissimo vino, il Patrimonio, che viene offerto praticamente in ogni cucina. Buonissimo il bianco, servito freddo, ed il rosato. Unica nota dolente è il prezzo, ci si ricorda il brand perchè lo collega memonicamente ai 16/24 € la bottiglia come prezzo di partenza. Diffidate dei vini della casa, spesso vinaccia da osteria.
Consigli in Zona
Desert Des Agriates:
Strada per veri temerari, soprattutto a scendere a mare: dalla statale un piccolo cartello in legno indica l’accesso allo sterrato, e l’inizio di 17 km impegnativi adatti a mezzi da sterrato. Quando arriverete alla fine del percorso potrete comodamente fare una doccia (fredda) e buttare ovunque la vostra tenda, per percorrere il breve tratto di terra che vi separa da uno spettacolo mozzafiato. Raggiungibile da pochi, o per mare, la spiaggia del deserto è caraibica, un mare critallino e vivo, onde basse, e silenzio.
Attorno a questa zona potete muovervi sia nel deserto, con le dovute cautele, che raggiungere la parte occidentale del deserto, l’ansa di Peraiola, e da li godervi lo spettacolo del fiume che si butta in mare e la bellissima spiaggia in tutta la sua estensione.
Corte:
Dopo il bagno di solitudine dal mondo civile (e dal cibo variegati, il menù dell’ostello è un po’, come dire, limitato) la scelta è stata di uscire dal deserto e percorrere decine di km con leggere pendenze, prima a strapiombo sul mare accompagnato dal volo dei falchi che a decina popolano la zona, per poi inerpicarmi tra alberi secolari e strade d’altri tempi su, verso corte, i suoi laghi e la sua montagna. Facendo base qui è possibile fare escursioni al lago di Mello e di Campiello, mangiare in ottimi ristoranti la cacciagione e l’allevamento locale, con una varietà di affettati davvero notevole. L’antipasto formaggio e prosciutto qui è d’obbligo.
Percorrere i sentieri lungo il fiume è emozionante, il corso d’acqua crea un susseguirsi di piccoli laghetti consequenziali, ghiacciati, ma oasi per riposarsi e per provare la propria temerarietà tuffandosi.
Calanches e Porto Pollo:
Da qui si torna verso il mare, attraversando le bellissime calanches, e si può scegliere: per gli amanti della città c’è la “megalopoli” (rispetto alle piccole città fin’ora visitate) di Ajaccio, se invece si cerca la pace e la tranquilità si può agevolmente raggiungere Porto Pollo, oasi di calma, di mare piatto e nuotate all’alba immersi tra polipi e pesciolini.
Bonifacio:
Ultima tappa del viaggio è Bonifacio,con le sue bocche, il suo mare sempre in tempesta, gli spruzzi di acqua contro la pietra bianca. Bonifacio è frequentatissima meta turistica, al porto potrete trovare offerte di ogni tipo sia per esploraree, sia per raggiungere l’isola di Cavallo (Arcipelago di Lavezzi), per perdersi nella solitudine di un’isola disabitata rimasta intonsa nei millenni. Le numerose calette vi permetteranno di godere di un mare cristallino che non ha nulla da invidiare alla Sardegna, caratterizzato da una trasparenza e limpidezza che lo fanno preferire ai subacquei esperti al mare più scuro e meno a strapiombo della Sardegna.
Foto e articolo di Mauro Lattuada