Siamo andati alla scoperta di Ceresole Reale, del Parco Nazionale del Gran Paradiso Parco Nazionale Gran Paradiso e di Pont Canavese, dove a ottobre si svolge il particolare evento della Transumanza, con il blog tour organizzato da Turismo Torino e Provincia.
Un legame particolare
Dopo aver lasciato i bagagli al Grand Hotel Ceresole Reale (un confortevole albergo tutto in legno e con tipica cucina piemontese, meta di soggiorno della regina Margherita nel 1890), visitiamo il Museo Homo et Ibex situato nel centro visitatori di Ceresole Reale. Il museo è dedicato al rapporto tra uomo e stambecco, un antico legame fatto di luci e di ombre. Lo stambecco è, infatti, il simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso istituito proprio per proteggere questa specie dall’estinzione. Quello che troviamo è un viaggio appassionante che – con l’aiuto di video, ricostruzioni multimediali, oggetti, giochi e indovinelli – racconta i cambiamenti avvenuti sul nostro pianeta scegliendo le origini di queste due specie protagoniste, l’uomo e lo stambecco. Dalla caccia alla loro protezione e salvaguardia. Una storia lunga secoli racchiusa in questo splendido percorso. Per la protezione dello stambecco il Parco nel tempo ha attivato una serie di iniziative, tra cui un’efficiente opera di sorveglianza e controllo, che hanno permesso sviluppo più sostenibile dell’ecosistema e la protezione di questi animali e di tutti quelli presenti in questo habitat. Il ruolo dei parchi è fondamentale, non solo per proteggere la specie a rischio di estinzione, ma anche per preservare gli ambienti in cui esse vivono e, di conseguenza, le altre specie che condividono lo stesso territorio. La nostra prima giornata a Ceresole, un posto che ispira tranquillità e pace e dove l’unico suono è lo scampanellio delle mucche, non finisce qui. Dopo la cena usciamo per una camminata sotto le stelle con la guida Alessandra Masino che ci porta fino al rifugio delle fonti minerali. L’acqua minerale di queste zone e la sua proprietà medicinale erano note fin dai tempi remoti agli abitanti della vallata che la conoscevano col nome di acqua forte. Nell’autunno del 1820 il professor Cantù e il dottor Bestini per primi analizzarono quest’acqua trovandovi gas acido carbonico libero in grande quantità, carbonato di ferro, di calce, di magnesio e di soda e muriato di magnesio con qualche atomo di selce. Oggi la fonte qui a Ceresole Reale è visitabile e si può anche bere l‘acqua che sgorga.
In mezzo alle nuvole fra marmotte e splendidi panorami
Il secondo giorno andiamo a piedi fra le nuvole… fino al Colle del Nivolet, fermandoci al “marmottaio” a osservare le splendide marmotte che abitano questi luoghi, passando dal panorama “paradisiaco” dei laghi Agnello e Serrù. Il progetto A piedi tra le nuvole consente al Parco di promuovere una mobilità dolce, regolamentando il traffico automobilistico privato d’estate lungo la strada che conduce al Colle del Nivolet e favorendo gli spostamenti a piedi, in bici e con navetta. Dal rifugio Savoia al Pian del Nivolet a quota 2534 metri abbiamo iniziato la nostra passeggiata fino a raggiungere Piero e il suo gregge di pecore, mucche e caprette. Piero è un pastore che vive la montagna ogni giorno e la sua testimonianza, insieme alla passione per questo territorio che la guida ci trasmette durante il percorso raccontandoci la storia del Parco, è quello che tutti porteremo a casa e non dimenticheremo da questa passeggiata. Un appunto importante: se volete andare al Colle Nivolet controllate il tempo dalla telecamera del rifugio. Spesso se a quota bassa il tempo è brutto (com’è capitato a noi) al Nivolet il tempo è bellissimo e potete fare le escursioni programmate. Verso l’ora di pranzo torniamo al rifugio e andiamo allo Chalet del Lago, un piccolo punto di ristoro e soggiorno di fronte al lago di Ceresole Reale. Da qui partono diversi itinerari ed è possibile fare il giro del lago in bicicletta e d´inverno fare delle belle ciaspolate! Naturalmente è d´obbligo fermarsi a mangiare qui la merenda sinoira, tutti i prodotti della terra piemontese a km 0: salumi misti e formaggi con mieli e marmellate.
Prelibatezze e transumanza
Dopo il pranzo tipico con tanto di polenta e bagna cauda, naturalmente dopo i taglieri di salumi e formaggi, ci dirigiamo verso Pont Canavese. Inizia cosi il nostro viaggio alla scoperta di questa città situata tra la valle dell’Orco e la valle Soana. Dopo la tappa all´albergo-ristorante Bergagna, presente dal 1928 con le sue tradizioni, la sua storia e il suo ambiente accogliente e famigliare, andiamo a visitare la chiesa di San Costanzo, dal 1879 chiesa parrocchiale di Pont. Durante il nostro giro a piedi per la città visitiamo prima la Pasticceria Perotti, dal 1968 una delle più buone della zona: ci raccontano che arrivano da ogni parte della valle per comprare i loro dolci e possiamo confermare che sono squisiti. E poi conosciamo la famiglia Boetto. La storia di questa macelleria, salumeria e allevamento di trote inizia nel 1931 ed è bello vedere come la tradizione non si sia persa ma dal nonno al nipote, l’attività va avanti secondo i principi di qualità, passione e gusto. La serata si conclude all´albergo Bergagna, dove i ragazzi delle Transumanza (evento che si tiene qui il 5 e 6 ottobre 2013) ci mostrano dei video di racconti dei pastori e del loro rapporto con il gregge e questa tradizione vissuta anche da tutto il paese, e che loro vogliono far conoscere e riscoprire soprattutto ai più giovani.
Storie di torri e rivalità
L´ultimo giorno di questo tour si svolge a Pont tra torri e storie di rivalità, da sempre presenti tra le famiglie Castra Pontis che possedevano la torre Tellarium e i Valperg con la torre Ferrandae. Le due torri, una di fronte all´altra, divise soltanto da una via molto stretta, erano campo di battaglia di queste due famiglie che si fronteggiavano quotidianamente a colpi di frecce e pietre. Entrambe sono visitabili e da esse è possibile vedere l’intera città di Pont. È possibile salire fino in cima alla torre Tellarium, dal quale vedrete la Ferrandae di fronte a voi e farvi raccontare dalla guida la storia di queste due famiglie e del Re Arduino. E dopo esser andati alla Chiesa di Santa Maria, la più antica di tutto il canavese, per pranzo ci dirigiamo a Piancerese (dalla parola “cerese”, ciliegie), dove con Aldo visitiamo la stalla con mucche e vitellini, assistiamo alla mungitura e assaggiamo il latte appena munto. Pranziamo con la famiglia di Aldo a base di polenta, burro e formaggi fatti da lui e piatti tipici in questo posto tranquillo e stupendo immerso nel verde. Abbiamo avuto modo di conoscere questa parte del Parco del Gran Paradiso, meno nota ai turisti italiani ma amata da quelli stranieri, da chi fa trekking e la GTA (Grande Traversata delle Alpi) o da chi è affascinato dal geoturismo. Noi sicuramente ci torneremo, magari d’inverno a fare una ciaspolata!