Gorla è un piccolo paese di periferia, un paesino dove tutti si conoscono, ti salutano per strada o mentre lavori sul balcone, ed è un paesino fatto di persone che si danno una mano l’un l’altra, con una popolazione variegata e allegra.
Quando arrivi a Gorla già lo noti un clima diverso rispetto al centro. Se scendi a Turro e raggiungi a piedi il Naviglio Martesana, sentirai subito rallentare tutto, alla stessa velocità del torrente, e inizierai ad osservare questo quartiere con occhi diversi e attraverso la sua storia.
Qui negli anni ’90 la chiesa era molto attiva, il prete di quartiere, Don Angelo, aveva affascinato più o meno tutti, anche gli agnostici, guadagnandosi enorme rispetto e ammirazione. Il quartiere una volta l’anno si ritrova per il Gorla Day per festeggiarlo, ed è un momento di incontro tra vecchi compagni di classe, vicini di casa e amici che non si vedevano da tempo.
Risalendo il Naviglio Martesana verso fuori città (quindi seguendo il corso del fiume al contrario rispetto al flusso) vi troverete in un bellissimo angolo, con di fronte a voi un parco e una villa rosa, parco usato per grandi matrimoni e celebrazioni, luogo chic aperto solo a pochi fortunati. Questa location si trova a cavallo di uno storico ponte di pietra, il famoso ponte vecchio.
Se lo attraversate arriverete in Piazza Piccoli Martiri, una piazza che celebra una strage di guerra che toccò tantissimi bambini nel 1944, quando per errore un aereo alleato lasciò cadere una bomba sulla scuola in quel momento aperta e piena di studenti che non riuscirono a scappare.
Una pausa qui è d’obbligo, ad ammirare il monumento e a curiosare oltre il cancello a lato della Martesana per spiare le mura del convento di Santa Chiara delle suore di clausura.
Ora che vi siete goduti questo angolo potete tornare verso viale Monza percorrendo Via Fratelli Pozzi e ammirando il lato interno della Villa Singer e le bellissime costruzioni sulla sinistra.
Siete praticamente alle spalle dello storico Zelig (lo trovate in viale Monza tornando verso la fermata Turro). Qui potete attraversare e continuare a scendere il viale verso Sesto San Giovanni.
Prima però è d’obbligo una sosta a quella che definisco la miglior pasticceria di Milano, la pasticceria Gorla. Di fianco alla pasticceria date un occhio anche alla Ferramenta Bocchiola, bottega storica di un tempo rimasta con l’antico fascino degli anni 70.
Poco avanti sulla sinistra via Sant’Erlembardo, strada a fondo cieco, vi porterà nel bellissimo giardino di Villa Finzi, parco antistante la scuola materna e le scuole elementari, parco in cui tantissimo ragazzini come me sono cresciuti in una elementare sperimentale in cui si insegnava a cucinare, si sperimentavano tecnologie come il mulino o la chiusa sulle montagne del parco stando in ginocchio nel fango e soprattutto facendo tantissima attività all’aperto in mezzo a un piccolo polmone verde di Milano.
Dopo la pausa è ora di andare a curiosare nella vecchia Milano e nella nuova realtà, e partiamo da via Monte San Gabriele dove ad un certo punto incontrerete una vecchia e bellissima Cascina, un ex ristorante dei tempi d’oro di Gorla, Franco L’Ostricaro. Qui ci venivi a mangiare le migliori ostriche di Milano con champagne. Oggi (come il Mercato Comunale di viale Monza) è abbandonata e speriamo presto oggetto di un progetto di recupero da parte dei cittadini.
Proseguendo su via Monte San Gabriele, tra botteghe e chiese (da vedere la bellissima chiesa di quartiere) arriva fino al primo incrocio sulla destra, via Alghero. Percorrila guardando le tre torri (Gorla e i suoi grattacieli, andiamo da due da 10 piani a uno, l’ultimo, da 14). La vista di Milano da lassù è incredibile. Arriva in fondo alla strada, verso il pezzo sterrato, vedrai una bellissima villa (che incontrerai anche tornando dal lato del Naviglio Martesana). Per anni è stata un rudere quasi crollato di cui noi ragazzi avevamo paura (la casa delle streghe o qualcosa di simile), ora è una delle ville più belle ed invidiate della zona, chi ne ha curato gli interni la descrive come principesca.
E’ ora di tornare sull’asfalto, prendi la via che fa angolo con via Alghero e percorrila in contromano fino al primo incrocio sulla destra dove troverai un ponte ciclabile, il famoso “ponte giallo”. Ora è verde ma da tutti nel quartiere è chiamato ponte giallo ancora e cosi lo sarà per sempre. Questo ponte attraversato ti riporterà sulla pista ciclabile più lunga della Lombardia con 80 Km di spazio per ciclisti e runner all’interno del polmone urbano del parco Martesana e dei vari parchi che incontra sul suo cammino.
Attraversato il ponte noterai subito sulla sinistra una grande costruzione di cemento: l’anfiteatro Martesana è stato ricostruito e riportato in vita e questo angolo protetto dal traffico e dal caos è punti di incontro per mamme e bambini, per eventi sportivi e del comune e per attività didattiche di varia natura.
Poco più avanti, e prima d’incontrare la villa di Via Alghero (di cui vi abbiamo parlato prima), troverai sulla sinistra un luogo sociale unico a Milano, la Cascina Martesana.
Aperta solo d’estate offre sia un bar con piccolo ristorante accessibile a tutti, sia una zona protetta (disponibile associandosi con una tessera da 5 o 10 €) con giardino, barbecue, tavoli e sedie e tutto il necessario per pranzare e cucinare insieme agli amici. Il posto ideale dove sedersi e gustarsi i piatti, i panini o i taglieri che il ristorante offre.
Rifocillato e rinvigorito è ora di riprendere il fiume, e percorrerlo lentamente, seguendone il corso, superando viale Monza ma rimanendo sulla ciclabile, è una bellissima camminata che prosegue fino a via Melchiorre Gioia. Camminata in cui incontrerai germani reali grandi e piccoli, il “famoso” airone cenerino che tutto il quartiere ha chiamato “bollicino”, case e casette dalla bellezza difficile da descrivere, giardini in fiore e colori.
Un mondo, anche di natura, che vive attorno a questo bellissimo naviglio urbano pieno di emozioni da raccontare.